Italia
February 21, 2022
L'effetto pandemia si è fatto sentire sull'anguria. Ma, dopo il tonfo dei consumi avvenuto nel 2020, lo scorso anno è stato all'insegna del recupero e per la campagna 2022 ci sono tutte le premesse per crescere ancora superando i numeri pre Covid. Il Paese va infatti verso un allentamento delle restrizioni e per un prodotto conviviale per eccellenza come l'anguria non può che essere una buona notizia.
Le vendite in Gdo
Nella distribuzione moderna le vendite di anguria si concentrano da aprile a ottobre, ma ovviamente sono i mesi estivi a giocare la parte del leone. Con le elaborazioni del Monitor Ortofrutta di Agroter approfondiamo le dinamiche commerciali di questo prodotto ortofrutticolo, tra i dieci frutti più venduti in Gdo.
Fatte cento le vendite del 2019, nel primo anno di pandemia l'anguria, come anticipato, è stata pesantemente colpita dall'effetto Covid: le vendite a valore sono infatti crollate di 16 punti e quelle a volume di 10. Nemmeno la leva promozionale è riuscita a contenere le perdite e il comparto ha sofferto, vivendo una campagna avara di soddisfazioni. Lo scorso anno, però, nonostante la pandemia fosse ancora in corso, le performance sono state decisamente migliori ed è partita un'operazione recupero: le vendite a valore sono cresciute di nove punti e quelle a volume di otto, avvicinandosi così ai numeri del 2019.
![Stampa](https://dynamicassets.basf.com/is/image/basf/nunhems_anguria_infografica-01-400?dpr=off&fmt=jpeg&fit=crop%2C1&wid=210&hei=210)
Analizzando i dati per area geografica si nota invece un'Italia a due velocità. Lo scorso anno l'Area 4 (Campania – Calabria – Basilicata –Puglia – Sicilia) ha registrato vendite superiori di quattro punti sul 2019, mentre l'Area 2 (Veneto – Friuli Venezia Giulia – Trentino Alto Adige - Emilia Romagna) è cresciuta di tre punti sull'anno di riferimento. A ridimensionare i volumi nazionali sono stati il Nord-Ovest, con una contrazione di nove punti sul 2019, e l’Area 3 (Toscana – Lazio – Marche – Abruzzo– Molise- Sardegna) con un meno tre punti.
![Stampa](https://dynamicassets.basf.com/is/image/basf/nunhems_anguria_infografica-02-400?dpr=off&fmt=jpeg&fit=crop%2C1&wid=210&hei=210)
A livello di calendario, invece, lo scorso anno si è notata una maggior importanza del mese di settembre: sia le vendite a valore che a volume sono state superiori a quelle del 2019. Insomma, l'estate si allunga.
Uno sguardo alla produzione
Gli ultimi dati Istat sulla produzione italiana di angurie, sia in pieno campo sia in serra, si fermano al 2020, quando nel nostro Paese sono stati investiti oltre 13 mila ettari su questa coltura, un dato stabile rispetto al 2019, ma in aumento del 12,5% se paragonato al 2016. La raccolta 2020, infine, ha sfiorato quota 650.000 tonnellate, stabile rispetto all'anno precedente mentre l'aumento sul 2016 è stato del 25%.
Il ruolo del brand
Per cavalcare il recupero, non solo nei volumi ma anche nelle vendite a valore, è fondamentale dare una chiara riconoscibilità al prodotto anguria e una distinzione facile da capire per il consumatore che non si fermi al solo formato e tipologia. In questo quadro il ruolo del brand, associato a caratteristiche qualitative costanti e peculiari, è la chiave per favorire la crescita.